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martedì 25 gennaio 2011

Buon compleanno nonno!

Quando la salute lo ha costretto ad abbandonare i campi almeno nel periodo invernale ha trovato un modo per occupare il tempo che ci ha aiutato a conoscerlo meglio e che rimarrà un bellissimo ricordo che un giorno Gaia spero vorrà leggere.
Oggi avrebbe compiuto 90 anni.




" Io sono Roberto Puppo, nato il 25 gennaio 1921 ore 11 in Castello di Carro, provincia di Genova adesso provincia di La Spezia.
Nato da un parto molto, molto difficile: ben tre dottori con quei pochi mezzi che avevano. Mia madre con le sofferenze avute non aveva latte, cosicche’ io venivo allattato da altre donne; cioe’ da una certa Attilia dù Baghin e da Rivea che era anche per quei tempi l’ostetrica del paese.
Dopo pochi mesi fui allattato con latte di capra, fui battezzato dopo qualche giorno di vita, padrino nonno Alessandro, madrina nonna Teresa, celebrante don Bacigalupo.
La casa era cosi’ composta: una stanza, cucina, ripostiglio, una stalla che serviva anche come gabinetto e il terrazzo, il piu’ bello.
Le tramezze che dividevano i locali erano fatte con stecche di legno e terra imbiancate, pavimenti di terra battuta e calce.
Mio padre e mia madre erano grandi lavoratori, avevano a mezzadria i vignali, terra matrigna, di buono una sorgentina d’acqua che serviva per un po’ di verdura, una capra e tre pecore.
Senonche’ mio padre decise di fare l’emigrante e di fare fortuna ma c’era la questione di trovare chi gli facesse il richiamo ed i soldi del viaggio e corredo, cosicche’ oltre al lavoro normale, sia mio padre che mia madre presero a fare delle ceste e a Settembre del 1924 mio padre partì per Buenos Aires .
Io ricordo quella partenza come n sogno, una carrozza con quattro cavalli. Partirono in quattro, restammo a casa io e mia mamma, io bambino e lei 27 anni, restammo con 17 lire perché tutto il resto era servito a mio padre. "


"...Io e mia moglie bisticciamo 4 o 5 volte al giorno ma poi riprende subito la calma, pensiamo al mangiare a fare le pulizie in casa e c'è sempre da fare. Siamo sordi e per capirsi bisogna chiamare più volte ma poi ci dobbiamo abbottonare i bottoni l'uno con l'altro, le nostre mani non funzionano, le gambe non reggono e bruciano e tanto prurito e fa tribolare.
Io non ho mai sofferto il freddo ed ora sono sempre vicino alla stufa e quante volte penso tutta la mia forza, ad un passo da bersagliere, adesso sembra un ubriaco e quasi una vergogna da tanta diversità, ma con tanta pazienza andiamo avanti..."


2 commenti:

Riyueren ha detto...

Simo, è bellissimo.Grazie per l'emozione.
Susanna

Anonimo ha detto...

... mmm, che stretta al cuore.. mi sembra ancora di sentirlo mentre chiama "Oh 'Rene"..